domenica 11 gennaio 2009

LA RISPOSTA AL SERVIZIO

Come ormai tutti sanno la risposta al servizio è considerato il secondo colpo più importante dopo il servizio e per questo motivo, ogni giocatore a qualunque livello, dovrebbe dedicargli la massima attenzione. Cominciamo ad analizzare alcuni dei punti di riferimento più importanti nell’analisi della risposta ad una prima palla di servizio.

Fase 1: Split step

Uno degli aspetti più importanti da considerare è il timing dello split step. Analizzando tutti i giocatori professionisti si può notare, invariabilmente, che il punto di massima altezza della fase aerea dello split step coincide con l’impatto della palla della racchetta dell’avversario (si parla di servizi veloci). Questo aspetto comporta che durante la fase di “atterraggio” dello split step la palla è già partita dalle corde e quindi si dovrebbe essere in grado di percepire la direzione del servizio. A questo punto il primo piede che si dovrebbe appoggiare al suolo è quello opposto alla direzione della palla (si parla di frazioni di secondo).

Fase 2: la preparazione

Il primo punto di riferimento è che la racchetta deve essere portata indietro con la rotazione del busto e non con solo il braccio (errore molto comune). In questo modo si ottiene il minor tempo di reazione e la maggior potenza. La linea delle spalle dovrebbe venirsi a trovare in posizione perpendicolare alla rete. 

Il secondo punto di riferimento è che la mano/racchetta (mani/racchetta per un bimane) deve essere all’altezza della palla o anche sotto. Abbiamo visto come la preparazione del diritto e del rovescio moderno abbia tra le sue caratteristiche una preparazione molto alta per sfruttare l’inerzia della racchetta e poter sfruttare la massima distanza possibile per l’accelerazione della racchetta. Naturalmente quando si parla di una risposta ad una prima palla di servizio, vista la velocità della stessa e il poco tempo per potersi mettere in posizione per la risposta, è necessario accorciare la fase di apertura.

Il terzo punto di riferimento è il caricamento del peso del corpo sulla gamba esterna. Questo ha lo scopo di indirizzare il peso del corpo il più possibile nella direzione in cui si vuole mandare la palla. Inoltre, il peso sulla gamba esterna, aiuta ad assorbire ed a contenere la velocità della palla favorendo un più semplice controllo della direzione della risposta. 

Fase 3: la zona d’impatto ed il finale

Il primo punto di riferimento è lo spostamento del peso del corpo sulla gamba esterna ed in avanti verso la traiettoria della  palla. Si potrebbe parlare di uno spostamento a V del corpo che si realizza in due momenti: 1- scesi dallo step il peso viene caricato tutto sulla gamba esterna che con un passo più o meno lungo va a cercare la traiettoria della palla, questo movimento è generalmente fatto parallelamente alla rete o con un angolo minimo rispetto alla rete; 2- nel momento in cui si impatta la palla si scarica il peso dalla gamba esterna a quella interna (come nella volèe) e sarà quest' ultima che si muoverà con un angolo di di circa 45 gradi rispetto alla rete. Naturalmente l’angolo con cui si va incontro alla palla dipende da diversi fattori tra cui la distanza di chi risponde dalla riga di fondo campo e soprattutto dalla velocità del servizio: se si è vicini alla riga ed il servizio è rapido ci si “butterà” sulla traiettoria della palla parallelamente alla rete anche con la gamba interna.

Il secondo punto di riferimento è che la palla deve essere colpita fuori davanti al corpo. E’ovvio che per fare ciò è necessario avere il tempo sufficiente per finire il movimento. Molti errori in risposta, infatti, dipendono da un backswing troppo lungo o dall’apertura fatta col braccio e non con il busto. Su una prima palla veloce (dove si può sfruttare la velocità già posseduta dalla pallina) riuscire a colpire la palla davanti al corpo a volte è già sufficiente per ottenere un ottima risposta, senza bisogno di cercare la velocità della propria racchetta.

Il terzo punto di riferimento è che la racchetta non deve bloccarsi dopo l’impatto ma deve continuare la sua corsa fino alla fine. Non si deve accorciare lo swing del finale perché è proprio il movimento che continua, a rendere più facile il controllo della palla. In realtà, essendo la preparazione molto accorciata nella risposta, spesso la fase principale di accelerazione della racchetta avviene dopo l’impatto e quindi risulta fondamentale il finale per esaurire la spinta.

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