domenica 19 aprile 2009

LA BIOMECCANICA DEL SERVIZIO

Tratto da www.danielegallerani.it
Autore Dott. Daniele Gallerani Osteopata

Mettiamo a disposizione dei lettori un estratto del testo contenuto nella tesi "La biomeccanica del servizio". Chi volesse approfondire l'argomento troverà 80 pagine di informazioni da scaricare in PDF.

Il tennis è uno sport che può essere praticato da ogni genere di persona, senza nessun limite di età. Per giocare in maniera ottimale in ogni situazione, è bene saper eseguire nel miglior modo la molteplicità di colpi che lo caratterizzano. In modo particolare, è necessario ottimizzare il colpo del servizio per far sì che lincontro possa iniziare a proprio favore. E necessario imparare bene la tecnica del servizio, impresa non affatto facile perché è un colpo che richiede precisione, potenza e coordinazione. Come prima cosa è ideale adottare la cosiddetta impugnatura a martello, quella ricordata come universale.


La posizione dei piedi, nel caso di un giocatore destrimano, richiede il piede sinistro avanti ed il destro dietro, in modo da consentire alla palla una giusta traiettoria.

A questo punto, il giocatore si troverà pronto per servire, con le gambe flesse ed il corpo in posizione leggermente obliqua, rispetto al rettangolo di battuta dove dovrà cadere la pallina. Ora si andrà ad illustrare lesecuzione completa del movimento fase per fase. Si inizia dalla posizione dattesa dove il corpo si trova leggermente di fianco rispetto alla rete, il peso è distribuito sui due piedi, lo sguardo è rivolto al rettangolo di battuta e la racchetta è tesa davanti al corpo. Nella mano sinistra si trova la pallina. In questi istanti che precedono il servizio è necessario trovare la massima concentrazione ed il proprio equilibrio. A questo punto, si inizia ad abbassare la racchetta, facendole compiere il primo semicerchio indietro con il braccio destro,

mentre il sinistro si sta alzando con la palla. In questa fase del movimento il peso si sposta un po sul piede destro, mentre si solleva il tallone del piede sinistro. Il braccio dietro si flette, preparandosi alla risalita, poco prima dellaltezza della spalla destra. Ora la racchetta si trova nel punto in cui deve risalire. La spalla deve cioè compiere un movimento completo di rotazione. In questo momento la mano sinistra lancerà la palla, mentre il peso si sta spostando sul piede sinistro. Il braccio sinistro si abbassa per facilitare la rotazione delle spalle, mentre la racchetta è nella fase massima di caricamento, parallela alla schiena. Il peso grava ancor più sul piede sinistro. La racchetta deve essere portata in avanti con forza, con il braccio teso ed il polso deve flettersi per dare elasticità al movimento. La palla deve essere colpita nel momento in cui raggiunge la massima altezza e si trova quasi ferma. Il piede destro è quasi completamente scaricato dal peso. E necessario colpire la palla con forza, scaricando tutto il peso del corpo sulla palla al momento dellimpatto. Avvenuto limpatto, si deve continuare il movimento fino a sfiorare il terreno con la testa della racchetta. E interessante sottolineare che nellintento di colpire la palla in maniera più potente, il corpo si trova quasi sollevato da terra, anche se il peso grava sul piede sinistro. Mentre si sta per colpire la palla, il peso è tutto sulla gamba sinistra, mentre la destra è completamente scaricata. Nel momento in cui si colpisce la palla, il peso è tutto sulla palla mentre il piede destro si porta in avanti sullo slancio. Concluso il colpo il giocatore si troverà con il peso sul piede destro e, a causa della forza del servizio, sarà entrato in campo, dentro la linea di fondo. Buttandosi contutto il peso sulla palla, questa acquisterà maggior velocità e quindi risulterà difficile ribatterla, per lavversario. Nel caso in cui il colpo sia vincente ovvero lavversario non sia in grado di ribatterlo, si parlerà di “ace”, indispensabile per un giocatore dattacco. Questo colpo, caratterizzato dal fatto che può essere controllato esclusivamente dal giocatore (closed skill o abilità motoria chiusa), dovrebbe essere più facile da far apprendere allatleta. Comunque, lintero movimento del servizio richiede una buona coordinazione tra gli arti superiori ed inferiori per poter produrre unazione ritmica e fluente. In caso che lazione prodotta non sia frutto di un movimento continuo, si può incorrere a traumi con successivo dolore. Dati questi motivi si è deciso di trattare il movimento del servizio nel tennis. Questo è il più elegante, il più incisivo, il primo colpo dattacco allinizio di uno scambio ma anche, il colpo più traumatico. Durante la discussione di questo argomento si vogliono analizzare i muscoli che intervengono nellazione del servizio, la sequenza motoria con la quale si attivano e, la probabile causa dei traumi a livello del rachide e degli arti superiori. Naturalmente, si sono presi in considerazione una varietà di studi fatti negli anni passati da vari autori, per poter comprendere al meglio le differenze riscontrate. Essendo infatti un colpo molto personale ovvero, che dipende dalle caratteristiche tecniche e di gioco di ogni singolo atleta, si sono dovute ricercare più letterature per vedere come si differenziava la sequenza motoria di cui è composto. Lefficacia del colpo ed i successivi traumi che può provocare allapparato locomotore infatti, sono fattori che dipendono fortemente dallesecuzione e dallapprendimento del colpo stesso.

Con questo si vuole sottolineare che sicuramente, i risultati migliori in termini di potenza del servizio, saranno ottenuti da quei giocatori che hanno sviluppato nel tempo un‟azione fluente, ritmica e coordinata. Di conseguenza si risconterà un minor numero di infortuni, data la minor resistenza tra muscolo ed articolazione, negli atleti di buon livello con uno schema motorio ben appreso rispetto ai principianti, appena avviati allo sport del tennis. Da questi studi e dai dati riscontrati nelle letterature (libri, riviste, articoli…), si vuole studiare l’anatomia coinvolta nell‟esecuzione del colpo e la conseguente biomeccanica. Partendo da quest‟ultima, si passerà poi ad analizzare i parametri cinematici, spazio-temporali, dinamici ed elettromiografici del movimento stesso.






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