Articolo estratto da www.mancinismo.info Generalmente si distinguono i destri ed i mancini attraverso la mano dominante, |
ma questa varia in funzione della parte del corpo. Così si può essere destri |
della mano e mancini dell'occhio e viceversa. Certe lateralità incrociate |
saranno anche più efficaci nello sport. Perché ? |
La lateralità è un settore appassionante della ricerca che, purtroppo, esce |
raramente dai laboratori. In questo articolo non abbiamo l'ambizione di esaurire |
l'argomento, ma solamente di aprire alcune porte perché, progressivamente, si |
prendano in considerazione questi parametri nella pratica di campo. Ciò ci |
permetterà di correggere certi errori. Un esempio? Per anni si sono forzati i |
bambini a scrivere con la mano destra. Il risultato era disastroso. Poi si è |
percepito che era meglio lasciare scegliere liberamente e le cose migliorarono. |
Nello sport attuale non si è ancora realizzata questa rivoluzione. Si ignorano |
certi tipi di lateralità e che vengono spesso contrariate da un insieme di |
pratiche rigide e mal adattate. Un professore di educazione fisica, per esempio, |
sarà tentato di proporre degli esercizi in funzione della propria tipologia di |
lateralizzazione, sia disegnando un percorso nella pallacanestro o mettendo i |
tappeti a destra o a sinistra delle parallele. L'esercizio diventa allora più |
difficile per alcuni allievi rispetto ad altri. Un migliore approccio alla |
lateralità permette semplicemente di rendersene conto. All'occorrenza, aiuta |
anche all'individuazione e all'orientamento dei giovani talenti. Per esempio, si |
è percepito che le lateralità incrociate mano-occhio sono particolarmente |
frequenti tra i giocatori di tennis di alto livello. Si osserva anche che ci |
sono molti mancini tra i portieri di calcio e pochi tra gli astisti. Vedremo in |
dettaglio le differenti ipotesi che cercano di spiegare questo fenomeno. Infine, |
lo studio della lateralità permette di ottimizzare la performance, sia |
rinforzando il gesto che tiene conto del senso naturale di rotazione |
(ginnastica, pattinaggio), sia incoraggiando l'atleta a lavorare sui punti più |
deboli perché acquisti progressivamente una forma di ambidestria delle mani o |
dei piedi, in particolare molto utile negli sport di combattimento o di palla, |
come nella pallacanestro. Ma anzitutto familiarizziamoci con alcuni dati |
scientifici. |
A ciascuno il suo lavoro |
La maggior parte degli organi che compongono il nostro corpo esiste in doppio |
esemplare, l'uno a destra e l'altro a sinistra. La simmetria è quasi perfetta. |
Tuttavia esistono alcune differenze sul piano morfologico (lunghezza delle ossa, |
dimensione dei muscoli) e anche sul piano funzionale. Tutti sanno che non si |
utilizza la mano destra completamente come la mano sinistra. Invece si ignora |
spesso che è la stessa cosa per l'occhio, la gamba, il piede e l'orecchio. Si |
definisce come "organo direttivo" quello di cui ci si serve spontaneamente per |
effettuare un lavoro. È generalmente più abile, più vivo, più sensibile o più |
forte del suo omologo simmetrico. Tutto ciò semplifica la vita. Ogni volta che |
prendiamo un oggetto non ci chiediamo con quale mano dobbiamo farlo. Si può |
quindi vedere il fenomeno della lateralizzazione come un adattamento |
intelligente del corpo. Oltre al guadagno di tempo, ci si assicura anche di |
poter realizzare delle azioni complesse. Quando si allacciano le scarpe, i |
compiti sono ben ripartiti tra la mano destra e la sinistra e tutto ciò si fa in |
modo meccanico. Infine si guadagna in efficacia. A forza di essere sollecitato, |
il segmento dominante diventa più preciso, sia nella sua percezione cinestesica |
del mondo sia nel suo orientamento nello spazio. Evidentemente la sede di questa |
abilità nuova si trova nel cervello. Le conoscenze sulla lateralizzazione sono |
progredite parallelamente alla conoscenza del cervello. Tutto inizia nel 1865 |
con i lavori di Jean-Pierre Broca sull'afasia. Il chirurgo francese percepì che |
le lesioni che determinano la perdita della parola si trovano sistematicamente |
nell'emisfero sinistro, mentre la stessa ferita a destra non produce i medesimi |
effetti. Ne dedusse che ciascun emisfero non è lo specchio dell'altro, ma |
possiede proprie specificità. Numerose osservazioni permettono di localizzare |
differenti funzioni come il linguaggio, la motricità, il riconoscimento di |
oggetti o di visi familiari, l'orientamento nello spazio, ecc. Lo studio delle |
patologie è stato progressivamente rinforzato da altri metodi d'esplorazione, |
come l'ascolto dicotico di Broadbent, particolarmente impiegato da Kimura, e che |
consiste nel diffondere dei suoni differenti in ciascun orecchio per sapere |
quale fonte è preferibilmente presa in conto dal cervello; o il test di Wada, |
che consiste nell'addormentare una parte del cervello con iniezione di |
barbiturici, al fine di osservare quali conseguenze sono determinate sul piano |
comportamentale; o ancora lo studio in laboratorio delle performance di ciascun |
organo in reazione a stimoli verbali o luminosi. Si scoprirà allora che, nella |
maggior parte degli individui, l'emisfero sinistro prende in carico le funzioni |
del linguaggio, della logica e del calcolo, mentre l'emisfero destro si |
specializza nella percezione dello spazio e nell'analisi di strutture spaziali e |
sonore complesse. In un primo tempo si è stabilita una gerarchia dei compiti e |
si è considerato un "cervello sinistro" come dominante, il "cervello destro" |
come dominato. Oggi si girano un po' le spalle a questa visione delle cose. |
Infatti, queste due parti del cervello sono perfettamente complementari e tale |
organizzazione razionale del lavoro ci risparmia molte difficoltà. |
Un'eredità a scelta multipla |
Questa lateralizzazione del gesto e del pensiero risale, probabilmente, molto |
lontano nella nostra storia. Si è potuto dimostrare, grazie allo studio delle |
impronte delle mani sui muri delle caverne, che nell'uomo preistorico esisteva |
la lateralizzazione. Quest'ultima corrisponde, evidentemente, alla mano che non |
lavora, e spesso è la sinistra. L'usura degli attrezzi porta anche traccia delle |
abitudini, sia nella caccia sia nella vita domestica. Secondo le società e le |
epoche, i mancini si trovano più o meno ben rappresentati. Erano circa il 3% |
all'inizio del secolo. Oggi raggiungono l8% in Asia, il 10% in Europa e ancora |
di più negli Stati Uniti. Ma, dappertutto, i destri restano la maggioranza. Come |
spiegare questo fenomeno? Senza dubbio c'è un'influenza genetica. Il rischio di |
avere un bambino mancino raddoppia se uno dei due genitori è mancino. Ma |
l'eredità non fa tutto. Per esempio, si osserva che il 20-25% dei gemelli |
omozigoti non hanno la stessa mano dominante, a dispetto di un codice genetico |
perfettamente identico. Si deve quindi tener conto delle pressioni familiari, |
sociali o culturali. Sono state avanzate diverse spiegazioni, talvolta molto |
fantastiche, senza che si possa veramente spiegare questo fenomeno. Si sa |
solamente che ciascun emisfero comanda la parte opposta del corpo. Da allora si |
è tentato d'immaginare che le attribuzioni dell'emisfero sinistro, in |
particolare il linguaggio, predispongono la mano destra a specializzarsi nei |
mezzi d'espressione tipicamente umani quali il disegno e la scrittura. Dai primi |
giorni, in ogni caso, il bambino presenta delle manifestazioni d'asimmetrica |
funzionale. Per esempio i 3/4 dei neonati avanzano il piede destro durante |
l'esercizio della marcia automatica. Essi ruotano anche maggiormente la testa a |
destra nella posizione sdraiata sul dorso. Le premesse della lateralità manuale |
appaiono più tardi, all'incirca ad otto mesi, con una preferenza per la mano |
destra. Quest'ultima si accentua, generalmente, con il trascorrere dei mesi e |
degli anni. Nel corso del secondo anno, sembra stabilirsi bene la |
specializzazione dell'emisfero sinistro per il linguaggio. Il completamento |
della lateralizzazione avviene teoricamente tra i 12 e i 14 anni. Può anche |
essere molto più precoce e la lateralizzazione sarà tanto più marcata nell'età |
adulta. Ma certamente succede che tale dominanza non sia chiaramente stabilita e |
che si cambi di lato in funzione dei compiti da effettuare. Si disegna con una |
mano e si lancia una palla con l'altra. Talvolta succede che si cambia mano |
secondo che si scriva alla lavagna o su un quaderno! Si conoscono anche casi |
d'inversione. Pelé era destro con la mano, ma calciava meravigliosamente con il |
piede sinistro. Classicamente si parla di soggetti "mal lateralizzati". Per |
evitare una connotazione negativa preferiamo utilizzare i termini di "lateralità |
debole" nel primo caso e di "lateralità incrociata" nel secondo. Tra queste |
differenti lateralizzazioni sono numerose le combinazioni, tanto più che si |
trova un grande numero di organi lateralizzati: le mani, gli occhi, le spalle, |
le anche, le gambe ed i piedi. |
Il dilemma della mano |
Secondo gli autori si indica come mano dominante quella che scrive, disegna, dà |
un pugno, lancia una palla, tiene una racchetta o una spada. In generale è la |
stessa mano, cioè la destra per la maggior parte delle persone. Ma succede anche |
che si cambia mano dominante in funzione dei compiti da realizzare. In |
un'indagine condotta su giocatori di tennis mancini, si è percepito che buona |
parte di loro utilizzava la mano destra per diversi lavori di forza o di |
precisione. In generale si ammette che i mancini sono meno lateralizzati dei |
destri, in particolare per le funzioni del linguaggio. Questo li aiuterà nello |
sport? La maggiore rappresentazione dei mancini in certe discipline potrà |
effettivamente essere un vantaggio, come per esempio nella scherma (salvo per la |
sciabola), nel pugilato e, come rilevano recenti statistiche, nel tennis o nel |
tennis tavolo. |
Questa constatazione ha dato luogo a diverse spiegazioni. La più evidente è che, |
negli sport ad opposizione duello, il mancino sorprende più facilmente il suo |
avversario, nella misura in cui è più spesso opposto ad un destro. Tuttavia |
questa spiegazione cessa di essere convincente quando si va ad alto livello e si |
arriva all'élite in cui i mancini sono numerosi quanto i destri. Sono state |
apportate altre ipotesi anatomo-fisiologiche, in particolare quella molto |
ingegnosa della specificità emisferica. Una di loro parte dal principio che il |
mancino beneficia di trasmissioni corticali più rapide rispetto al destro. La |
mano sinistra è comandata dall'emisfero destro, che prende ugualmente in |
considerazione le funzioni percettivo-spaziali e l'innesco del movimento. Tutto |
succede nella stessa zona cerebrale, mentre nei destri bisogna fare oscillare |
l'informazione verso l'altro emisfero e ciò necessita alcuni centesimi di |
secondo supplementari. Per autori come Guy Azemar ciò spiega che, nel tennis, i |
mancini brillano maggiormente nella volée e i destri invece più spesso da fondo |
campo. Per Guiard la spiegazione è ancora altrove. Egli ha osservato che un |
grande numero di mancini (tra il 50 e il 70%) conserva un'organizzazione |
corticale da destri con un emisfero sinistro dominante per le funzioni del |
linguaggio ed un emisfero destro specializzato nel trattamento delle |
informazioni spaziali e sensomotorie. Queste due funzioni saranno sollecitate |
durante sforzo; l'atto sportivo suppone, contemporaneamente, una verbalizzazione |
interna ed una percezione ultrarapida delle situazioni. In una situazione |
d'urgenza, il mancino avrà il vantaggio di una migliore ripartizione dei compiti |
a livello cerebrale. Secondo uno studio canadese, effettuato all'Università |
dell'Ontario, le fibre nervose (circa due milioni) che collegano i due emisferi |
("corpo calloso") saranno più numerose nei mancini che nei destri. Questo li |
avvantaggerà nelle prese di decisione ultrarapide. In altre situazioni, invece, |
questa tipologia di lateralizzazione costituirà piuttosto un handicap. Nelle |
discipline atletiche che necessitano una lateralizzazione molto forte come nei |
lanci, nel salto con l'asta e certamente nel decathlon, i mancini sono poco |
rappresentati. Stessa cosa tra i giocatori di freccette, come hanno osservato |
alcuni ricercatori inglesi. Nel golf, e questo è ancora più curioso, si trova |
una proporzione importante di mancini, ma che però giocano come dei destri con |
la mano sinistra in alto al club (mazza)! Anche nel tennis si incontra questo |
fenomeno. Dei mancini cosiddetti maggioritari - che scrivono e disegnano con la |
mano sinistra (mano dominante) - tengono spontaneamente la racchetta con la |
destra (mano conduttrice) e giocano il rovescio a due mani con una forza ed una |
precisione diaboliche. Certi giocatori scelgono anche di giocare tutti i loro |
colpi con due mani. La mano conduttrice si trova allora posta in basso al |
manico, e questa non è forzatamente la mano dominante. In altre discipline, come |
il baseball, si ritrova questo caso con dissociazione della mano dominante e |
della mano conduttrice, e ciò influenza lo stile di gioco. Nell'hockey su |
ghiaccio, per esempio, alcuni studi hanno mostrato che i giocatori che tengono |
la parte finale della mazza con la mano dominante hanno uno stile di gioco |
centrato sulla finezza, mentre quelli che la tengono con la mano non dominante |
hanno uno stile di gioco centrato sulla potenza. Invece l'ambidestria naturale è |
piuttosto rara in una popolazione normale. Per il ricercatore René Zazzo |
l'ambidestria è "la più cattiva delle formule". Essa sarà all'origine di tutti i |
tipi di difficoltà d'espressione, di comportamento, ecc. Essa è anche |
eccezionale nello sport. Nel tennis si conoscono solo alcuni esempi di giocatori |
che cambiavano di mano a ciascun colpo: l'italiano Giorgio de Stefani negli anni |
30, l'americano Beverly Baker Fleitz negli anni '50, il cecoslovacco Pavel |
Hutka negli anni '70 e Luke Jensen nel famoso doppio americano degli anni '90. |
Quest'ultimo possedeva anche l'ambidestria nel servizio, in cui cambiava di |
mano. Nel circuito attuale, solo la russa Edvgénia Koulikovskaya (19 anni) |
utilizza questa strana tecnica e che è meno vantaggiosa di quanto si immagini di |
primo acchito. Non è quindi auspicabile un'ambidestria perfetta. Invece molto |
discipline richiedono che si lavori specificatamente il lato più debole per |
portarlo al livello di prestazione dell'altro. Si pensi al pugilato, alla |
pallacanestro, alla ginnastica artistica, ecc. |
Gli occhi di fronte al buco |
Ci si serve dei propri occhi come delle proprie mani, privilegiandone sempre uno |
dei lati. Questa dominanza oculare è indispensabile per coloro che praticano |
sport di mira come il tiro. Tuttavia passa molto spesso non percepita. Ponetevi |
allora la domanda di quale occhio vi serve per guardare dal buco della serratura |
o per inquadrare un'immagine nella macchina fotografica. Differenti test |
permettono di determinare la dominanza. Nell'esercito si chiede di puntare |
l'indice su un oggetto ed in seguito di chiudere alternativamente gli occhi. Da |
un lato l'oggetto resta sul prolungamento dell'indice e dall'altro si sposta |
completamente sul lato. L'occhio dominante sarà evidentemente quello che tiene |
le cose in posto. Nelle indagini si utilizza generalmente un altro test, più |
preciso, che evita i problemi di convergenza dell'occhio. Con gli occhi molto |
aperti, tenete al termine delle braccia un foglio di carta con in mezzo un buco |
di 1,5 cm e mirate un oggetto attraverso questo buco. In seguito avvicinate il |
foglio al viso continuando a fissare l'oggetto fino ad incollarlo contro un |
occhio, che sarà evidentemente quello dominante. In questo caso la maggioranza |
delle persone privilegia l'occhio destro, ma le differenze sono meno |
sorprendenti. Durante uno studio su mille studenti di sport si è notato il 73,6% |
di soggetti con dominanza oculare destra e il 26,4% con dominanza oculare |
sinistra. Nei giocatori di tennis la differenza è ancora più bassa: 62% di |
destri e il 38% di mancini. Secondo Porac e Coren, la prevalenza destra domina |
tra i campioni di bowling e si osserva una prevalenza sinistra nella ginnastica |
e nella pallacanestro. Leggendo queste constatazioni, alcuni saranno preoccupati |
di scoprirsi destri manuali e mancini dell'occhio, o il contrario. Infatti |
questa lateralità oculo-manuale incrociata è osservata nel 30% dei soggetti. |
Anche in questo caso si percepisce che essa costituisca un vantaggio in certe |
discipline come il tennis. Perché? Perché il giocatore sarà portato a girare la |
testa secondo l'occhio direttivo fissato sulla palla. Immaginiamo la situazione |
di un giocatore destro che sta colpendo la palla dal lato destro. Fissando la |
palla con l'occhio sinistro c'è uno spostamento laterale delle spalle |
leggermente superiore a quanto potrebbe succedere seguendo la palla con l'occhio |
destro. Questo guadagno d'ampiezza gestuale, per la parte alta del corpo, |
aumenterà la potenza del suo colpo destro. Nei giocatori di tennis esiste, in |
effetti, un legame molto efficace tra la forza del colpo destro e questa |
tipologia di lateralizzazione. E data l'importanza di quest'arma nel tennis |
moderno, si comprende che questa tipologia sia logicamente più rappresentata nei |
giocatori di buon livello che nei giocatori deboli: il 39% di lateralità |
incrociata tra i migliori, contro il 28% nell'insieme dei praticanti. Un |
fenomeno simile si osserva nelle altre discipline. Un giocatore di pallamano, |
per esempio, arriverà più naturalmente a fissare la porta con l'occhio sinistro |
e ad utilizzare la mano destra per tirare, mentre non sarebbe lo stesso se fosse |
dotato di una lateralizzazione omogenea. Stessa cosa nel baseball o nel tennis |
tavolo. Evidentemente, in altre circostanze, una lateralizzazione incrociata |
costituisce un handicap come per il tiro con l'arco, il tiro con la carabina e |
in altri sport di mira. Senza dimenticare le freccette! D'altronde questa sarà |
una spiegazione al curioso fenomeno della scarsa rappresentazione dei mancini in |
quest'ultima disciplina. Essi sono semplicemente più numerosi dei destri a |
beneficiare - e, all'occorrenza, a patire - una lateralità oculo-manuale |
incrociata. |
Le inclinazioni della spalla |
La lateralità si traduce anche in un senso naturale di rotazione. Per la parte |
alta del corpo viene determinata dal test di Solin. È sufficiente mettersi di |
fronte ad un muro, tronco inclinato, mani piatte sul muro, e poi girarsi |
bruscamente senza saltare. Se la rotazione si fa in senso antiorario, si parla |
di soggetti destri di spalle, e mancini per coloro che girano nell'altro senso. |
Questa lateralità delle spalle non è ancora stata molto studiata. Tuttavia |
sembra avere un posto importante nell'analisi del movimento. Nel tennis si trova |
una relazione molto efficace tra il senso di rotazione preferenziale delle |
spalle e l'adozione del rovescio a due mani. Così i destri della mano e delle |
spalle troveranno più facilmente la tecnica di liberare il rovescio a due mani, |
rispetto a coloro che manifestano una lateralità incrociata e che giocano più |
volentieri tutti i loro colpi con una mano. |
Il twist del bacino |
Anche il bacino possiede un senso di rotazione naturale, che non è forzatamente |
quello della cintura scapolare. Ciò si percepisce durante esercizi come la |
ruota: la prima mano al suolo dà la dominanza a livello del bacino. Si può anche |
esplorarla con un piccolo e facile test di Solin. In stazione eretta, si salta |
in modo da fare un giro completo su se stessi nell'aria. Quelli che ruotano |
verso sinistra saranno destri del bacino e viceversa. Anche in questo caso |
bisogna ripetere l'esperienza parecchie volte per togliere i dubbi provati dalla |
maggior parte delle persone. Si percepirà allora una preferenza marcata per la |
rotazione a sinistra, soprattutto negli uomini. I 3/4 dei pattinatori, per |
esempio, fanno le piroette a sinistra. Invece nel tennis le rotazioni destre |
sono meglio rappresentate: il 41% contro il 56% a sinistra e il 3% di |
ambivalenza. In effetti la disciplina richiede di essere competitivo da entrambi |
i lati. Negli sport con la palla (pallacanestro, calcio) è importante |
controllare di non rinchiudersi in comportamenti stereotipati, ruotando sempre |
dallo stesso lato. Anche in questo caso bisogna lavorare il lato più debole fino |
a togliere ogni differenza. Infine, sembra che un senso di rotazione |
preferenziale vada di pari passo con la minore eccitabilità dell'apparato |
vestibolare che si trova nell'orecchio interno. Lavorando in tutte le situazioni |
si migliora contemporaneamente la tecnica e l'equilibrio. |
Una gamba nell'aria |
A livello di arti inferiori, i problemi di lateralità non si semplificano. Al |
contrario! Il piede d'impulso differisce spesso a seconda che si prenda una |
palla o che si salti in alto. E la lateralità della gamba non corrisponde sempre |
a quella del piede. Proviamo a vederci più chiaro. Per scoprire la propria gamba |
dominante è sufficiente effettuare un salto a forbice. La gamba che si leva per |
prima è chiamata gamba "dinamica". Questa scelta è abbastanza logica. La qualità |
del salto dipende molto dalla forza con la quale si proietta la gamba davanti a |
sé. Per il 78% delle persone si tratta della gamba destra. Ma anche in questa |
situazione si incontrano dei casi particolari in soggetti che saltano in alto |
con una gamba sinistra dinamica e in lungo con la gamba destra. In generale la |
scelta della gamba dinamica è fortemente correlata al senso di rotazione |
preferenziale del bacino. Per un senso di rotazione sinistro, è la gamba destra |
che è dinamica e inversamente. Questa configurazione non è insignificante, |
poiché spesso un salto è accompagnato da una rotazione del corpo come si può |
vedere nel passaggio degli ostacoli. Infine se si rapporta la gamba dinamica con |
la mano dominante, si constata che nel 22% dei casi la formula ottenuta è |
incrociata: mano destra e gamba sinistra o mano sinistra e gamba destra. Nel |
tennis questa formula incrociata offrirà il vantaggio di un servizio potente. In |
effetti lo sforzo sollecita il braccio e la gamba opposti. D'altronde si osserva |
che queste lateralità incrociate sono sempre più frequenti se si aumenta il |
livello di qualificazione: il 35% nei giocatori classificati contro il 23% nei |
giocatori più deboli. |
Le preferenze del piede |
Per il piede il test di lateralità più significativa resta la prova dello shoot |
(calciare). Con quale piede si colpisce il pallone? Bisogna ripetere |
l'esperienza parecchie volte e l'indecisione persiste nell'1-4% dei casi, |
altrimenti i risultati variano molto secondo le popolazioni. Per esempio l'81% |
dei giocatori di tennis utilizza il piede destro, contro il 92% degli studenti e |
professori di educazione fisica. In generale, il piede e la mano dominanti sono |
nello stesso lato. Non è questo sempre il caso, soprattutto nei mancini. Un |
terzo tra loro calciano con il piede destro. Il contrario è più raro, tranne nel |
calcio ad alto livello dove i destri di mano/mancini di piede sono molto |
presenti. Secondo alcuni autori, ciò riguarderebbe tra il 50 e l'80% degli |
effettivi. Tali autori notano anche che, perfino con un allenamento tecnico |
importante, i mancini di piede si servono meno dell'altro piede rispetto ai |
destri di piede. Tutti questi dati non sono sempre molto facili da interpretare. |
Riassumendo, riteniamo che esiste una percentuale di lateralizzazione possibile |
e che, nella scheda di un atleta, si deve prestare a questa tipologia tanta |
attenzione quanto al suo peso, alla sua altezza, alla sua percentuale di massa |
grassa o alla sua capacità aerobica (VO2 max). Sempre più chiaramente, appare |
anche che alcune tipologie si trovano meglio adatte alla pratica di alcuni |
sport. Tuttavia non bisognerebbe cadere nell'errore di considerare delle |
tipologie ideali o altre che sarebbero incompatibili con una pratica ad alto |
livello. In effetti, l'uomo è dotato di una capacità di adattamento |
stupefacente. A parte la dominanza dell'occhio, è capace di invertire le |
tendenze e di rinforzare così bene le prestazioni dal lato presunto debole che |
finiscono con l'eguagliare quelle del lato forte. Quanti calciatori hanno |
imparato a tirare di sinistro dopo una ferita alla gamba destra ed hanno finito |
per conservare questa preferenza anche dopo la guarigione? Nello sport la |
tecnica non è una cosa fissata per sempre. Si devono continuamente reinventare |
dei gesti e chissà che un atleta non scoprirà delle nuove combinazioni efficaci |
che proverranno da una lateralizzazione poco classica. Ricordiamoci di Dick |
Fosfury che scelse di saltare l'asticella di schiena, di John McEnroe che |
effettuava il servizio rivolgendo la schiena all'avversario, del lanciatore di |
peso Parry O'Brian che fu il primo a girarsi nell'area di lancio, o più |
recentemente ancora dell'astista americano Scott Huffman che passava una gamba |
al di sotto dell'asticella priva di ruotare in aria. Non è una buona definizione |
del genio, apportare risposte completamente nuove a vecchi problemi? |
domenica 8 febbraio 2009
LA LATERALITA' - Dal concetto generale al campo
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1 commento:
molto molto bene, mi è piaciuto molto questo post che parla di un concetto poco parlato farò voce di questo blog cercherò di farlo diventare molto frequentato
amato.simone@hotmail.it
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