lunedì 30 marzo 2009

SVILUPPARE LA POTENZA COL METODO NADAL

Per tutti i giocatori, di qualsiasi livello, il tema dello sviluppo della potenza è sempre al centro dell'attenzione. E', per altro, un concetto piuttosto complesso perché coinvolge tantissimi fattori tecnici, fisici e tattici, e di conseguenza il lavoro per aumentare la velocità della palla segue strade diverse, ma complementari: potenziamento muscolare (dalle gambe fino all'avambraccio), studio degli aspetti biomeccanici del gesto, valutazione dell'attrezzatura (telaio, corde, ecc.), analisi delle situazioni di gioco sul campo, ecc..

Quando si parla di potenza nel tennis, però, ci si collega direttamente anche al concetto di controllo, perché avere l'una senza avere l'altra, non serve assolutamente a niente. Ecco perché la maggior parte dei giocatori, quando si mette dietro la riga di fondo a picchiare le palline che il coach gli manda dal cesto, non esprimono la loro massima potenza, visto e considerato che, le stesse palline oltre che ad andare veloci devono anche stare dentro il campo.

Fin qui sembrerebbe un discorso scontato, ma non è così! Lo zio Tony, coach di Rafael Nadal ha spiegato che un esercizio che è stato molto utile per sviluppare la massima potenza del nipote, è stato quello di fargli picchiare le palline a più non posso senza pensare a doverle mettere in campo! L'obiettivo era quello di “far sentire” al giocatore il suo limite massimo e solo in un secondo tempo avrebbero concentrato l'attenzione sul controllare tutta quell'energia. Sostanzialmente hanno lavorato attraverso una logica rovesciata: invece di cercare di aumentare la consistenza del colpo rispettando sempre i limiti spaziali del campo (da meno potenza verso la soglia massima consentita), si è lavorato sul cercare di contenere in quegli stessi confini una palla più potente del necessario (dal massimo assoluto della potenza verso la soglia massima consentita).

E se devono parlare i fatti... allora questo training funziona bene... molto bene!

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